Quasi Brunate e ritorno in biposto

Era da quest’inverno che Giovanni voleva fare un volo con me per capire come passare da una montagna all’altra in parapendio; Ci eravamo detti che appena ci fossero state delle belle giornate avremmo fatto un giro.
…e la giornata buona è arrivata, i windgram davano basi a 1000m in graduale crescita fino a 1500m nel pomeriggio, ma era abbastanza evidente che senza significativi strati di arresto si sarebbe sfondata facilmente questa quota.
Prendiamo la navetta del Cornizzolo InVolo alle 10 e giunti in cima ci adagiamo sull’erba del Cornizzolo a contemplare lo splendido panorama che questo decollo ci regala con l’aria molto secca.
I TOP PILOTS erano già arrivati, erano davanti a noi e armeggiavano coi loro strumenti, sintonizzavano le loro radio, programmavano le loro rotte.
Noi con tutta calma armeggiavamo con la protezione solare, i panini e intrattenevamo un discreto parlapendio.
X i nostri obbiettivi il momento giusto per partire era verso le 13, per i TOP PILOTS il momento giusto era la prima termica, infatti al primo sbuffo partono uno dietro l’altro e come san fare solo loro, in breve tempo sono già belli alti e partono per il loro volone. Noi li ammiriamo dal basso, sono tanti e colorati su un bellissimo sfondo blu.
Dopo un bel po’ partiamo anche noi, la termica ci fa salire bene, ma io non resisto, appena raggiungo la quota necessaria per andare a vedere il lago del Segrino, esco dalla termica e mi dirigo verso il lago: è bello, mi piace, la sua visione mi dà sempre gioia; ora possiamo andare a riprendere la termica che avevamo lasciato e come per magia siamo già a 2000m!

Mi sposto sul monte Rai, trampolino di lancio per andare al monte Barro.
Devo fare una scelta e mi pongo delle domande: ho 2000m, in monoposto ne servono 1800m, ma in biposto ne basteranno 2000m? Probabilmente sì, ma poi il m.te Barro sgancerà una bella termica x riportarci in quota e tornare?

Il M.te Barro è sempre così emblematico… Giovanni lo sa per sentito dire, lui vola già in parapendio ma non si è ancora spostato dal suo nido, x farlo ha bisogno di un po’ di sicurezza, vuole prima farlo con un altra persona, vedere dall’alto i punti di riferimento, sapere cosa deve valutare ed individuare gli atterraggi alternativi in caso servissero.
Iniziamo la traiettoria e durante il traverso ci confrontiamo: continuare verso il Barro e tentare
o rinunciare e continuare?
La seconda prende il sopravvento, ormai ci si era fatti un’idea di come arrivare al Barro e lo scopo era stato comunque raggiunto.
Sulla strada del ritorno perdiamo 1000m di quota e dobbiamo ricominciare tutto da capo, ma con qualche termica ci riportiamo sopra il decollo, poi ne prendiamo una che sembra spingerci bene.
Bello! Da qui basterebbero solo 1800m di quota per raggiugere il M.te Croce e da lì aprire tutte le possibilità per arrivare a Como, ma con un biposto? Ce la faremo? Basteranno 2000m?
Le domande erano sempre le stesse e purtroppo anche le mie incertezze.
Vicino a noi alla stessa altezza stava volando un altro parapendio, attendo che parta lui per l’attraversata così io potrei stargli dietro ed aspettare che sia lui a cercarmi la prima termica alla fine del traverso, ma lui non parte e nel frattempo io perdo 100m. Va bè… partiamo lo stesso, in fondo lo scopo (oltre a divertirsi) è capire come, quando e in che modo spostarsi da una montagna all’altra.
Giunti a metà strada abbiamo 2 possibilità: o proseguire ed accettare il rischi di bucare terminando così il volo o tornare indietro con la certezza di continuare il volo.
Di comune accordo scegliemmo quest’ultima.
Durante l’andata e il ritorno ho spiegato a Giovanni le traiettorie da seguire.
Rifacciamo quota, io non vedo più l’altimetro che si era spostato dalla mia vista e non riuscivo a metterlo in una posizione comoda, ma sentivo che l’aria era fredda come quando avevamo raggiunto i 2000m, anzi forse un pochino più fredda. Teniamo la termica fino alla fine e quando sento il variometro che esala gli ultimi bip bip sposto un pochino lo strumento e leggo 2250m ! Ficooo! Non credevo ai miei occhi…
Ora tutto diventava possibile… comincio a spostarmi sul Centrale (luogo di partenza per l’ attraversata) consulto Giovanni che mi dà felicemente il suo benestare e si va !
Rilascio tutti i trimm, traccio la rotta mentale e la condivido con Giovanni, il quale comunica via radio la nostra posizione e le nostre intenzioni. Riceve il messaggio Paola che ci segue volando qualche centinaio di metri sotto di noi. Tutto ok, questa volta sono certo che arriveremo al M.te Croce; certo, avrei preferito seguire qualcun altro anzichè fare la lepre ed essere seguito, ma fa niente, sono cose che non posso decidere, sono io in testa e sono io che devo fare la strada.
Cerchiamo di assumere una posizione più aerodinamica possibile, abbiamo un po di vento contro, ma abbiamo anche tutta la quota necessaria.
Ogni tanto guardo dietro ma non riesco a scorgere Paola, forse è proprio dietro di me, un po’ più bassa e non riesco a scorgerla…
Bene… stiamo arrivando a meta, individuiamo l’atterraggio di riserva nell’eventualità non dovessimo agganciare termiche di rilievo e valutiamo forma, grandezza ed orientamento di questo atterraggio.
Ok, abbiamo raggiunto la zona papabile per la termica… il variometro smette di emettere il bip di discesa e comincia ad indicare un tasso neutro, poi qualche bip sporadico ed in fine un bel bip bip che indica una bella termica da 2m/sec: ossigeno per le nostre ali !
E’ bella è morbida, ci riporta sopra le cime… io sorrido, penso anche Giovanni.
Evviva! La parte più difficile di questo volo l’abbiamo superata brillantemente, nessun problema, tutto perfetto come se avessimo seguito un manuale di istruzioni che si è rivelato matematicamente perfetto.
Mi guardo in giro per cercare Paola, per vedere se si sta dirigendo anche lei nella stessa termica ma non la vedo, è sparita! Con l’aiuto di Giovanni la cerchiamo ancora un pochino, ma nulla da fare, probabilmente è tornata indietro.
Ora siamo soli, via via ci dirigiamo verso Ovest non perdendoci le termiche del M.te Bolletto e Bollettone dove rabbocchiamo sempre la quota (oh… mica che rimaniamo senza proprio adesso!).
No problem, tutto bellissimo… tutto magnifico… tutto incredibilmente vero!
Estraggo la macchina fotografica per far fare qualche foto al passeggero: un cielo azzurrissimo, il via vai di motoscafi distinguibili solo dalla scia, “quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno…” il nostro Manzoni non se lo sarebbe mai immaginato che un giorno qualcuno avesse contemplato le sue parole volando attaccato con 4 fili ad uno straccetto di plastica colorata. Ero in termica sì, ma le splendide immagini che vedevo rapivano a tratti la mia mente.
Davanti a noi finalmente si vede il Faro di Brunate (sempre un po’ mimetizzato se visto dall’alto), il lago di Lugano e come sfondo il monte Rosa.
Giovanni lancia di nuovo via radio la nostra posizione.
Arriviamo all’ultimo cucuzzolo prima di Brunate, l’altimetro si è nascosto ancora dalla mia vista, non riesco a trovare la termica come da manuale e prevale un senso di prudenza, forse troppa. In volo con noi non c’era nessun parapendio che ci indicasse un’ascendenza, che sapevo essere li vicino. In monoposto non avrei avuto esitazioni a continuare e sicuramente sarei salito, ma in biposto non me la sono sentita di rischiare. In quella zona poi non conosco spazi dove atterrare ed improvvisare con un biposto non mi sembrava il caso. Decido di tornare indietro e rabbocchiamo quota ad ogni termica guadagnando metri di sicurezza e tranquillità. In particolare ne troviamo una che ci porta intorno ai 2000, l’ ho dedotto anche se non riuscivo a vedere l’altimetro perchè l’aria era tornata ad essere fredda, 200m sopra di noi un aliante girava la stessa termica, sotto di noi un altro aliante che sembrava minuscolo. Ok, giriamo sti altri 200m e cambiamo termica. Cavoli però… questi 200m non finiscono più, l’aliante se n’è andato e noi saliamo ancora bene con una bella spinta, almeno 2m/sec. L’aria ora è bella fredda si sente nettamente, siamo altissimi, non resisto alla curiosità di sapere a che altezza siamo, con una mano sposto l’altimetro e con grande stupore leggo 2500m ! Che spettacolo ! Il mondo da qua su è proprio bello!!! 2500m, cielo terso e la termica spinge ancora ! Che facciamo? Decidiamo di uscire anche se ero curioso di sapere fin dove mi avesse portato quella termica. Sinceramente ero un po’ stanco ed ho preferito uscirne.
Ok, destinazione M.te Cornizzolo: si torna a casa!
Provo a sistemare un’altra volta lo strumento in maniera visibile, regolo i trim per dare un po’ più di velocità e ci riposizioniamo in assetto aerodinamico. Giovanni comunica via radio posizione ed intenzioni. Guardo il GPS: velocità al suolo 63Km/h siamo dei missili ! A questa velocità la super planata da 2500m dura veramente poco.
Durante il rientro penso ancora alla straordinaria quota di 2500m: uno schiaffo morale a chi quel giorno non è riuscito ad agganciare le termiche, a chi ha rinunciato ai traversi, a chi ha bucato… sentivo quasi un senso di vergogna… ma ero sorridente… ero vergognosamente sorridente !
Arriviamo al Cornizzolo con 1400m percorrendo la traiettoria standard anche se con quella quota sarebbe stato più vantaggioso una traiettoria diretta. Ma chissenefrega… una volta tanto potevamo permetterci di non centellinare le risorse!
Abbiam rifatto quota, ci siam riportati a 1800m sul monte Rai e poi via per un altro pezzettino di strada verso il M.te Barro x aggiungere un po’ di Km all’ Xcontest. Al ritorno siamo bassi… ci attacchiamo al costone giusto per mantenere una quota sufficiente per arrivare all’atterraggio della palude dove avevamo le auto. Nel frattempo però uno sguardo sempre attento anche agli atterraggi di sicurezza che via via passavano sotto di noi.
Ok ci siamo, ora abbiam guadagnato anche la sicurezza di atterrare “a casa”.
Sento una gran soddisfazione che mi pervade ma non mi lascio prendere, resisto. In questi momenti è facile cedere al rilassamento, all’entusiasmo, alla deconcentrazione, alla stanchezza mentale di 3ore e un quarto di pilotaggio. Avevo ancora un atterraggio da affrontare con un passeggero e anche questo doveva essere fatto bene.
Imposto il tutto, preparo Giovanni con superflue parole x l’atterraggio e… landing!
Ora posso esplodere di felicità… che bel volone abbiam fatto! Ma allora è vero che si possono fare voli di cross col parapendio biposto! È possibile… non sono solo i miei super eroi Killian e Patrucco ai vertici della classifica Italiana biposti che possono fare certi voli… anche gli umani possono!
Sono euforico, non riesco ancora a capacitarmi, non mi sembra vero di averlo fatto veramente!
Certo… avere come passeggero un pilota di parapendio è stato determinante, non dovevo prestargli tutte le attenzioni che dedico ad un passeggero alla sua prima esperienza, non mi dovevo preoccupare se ogni tanto sbatacchiava un po’ e poi mi aiutava nelle virate spostando il suo peso, teneva le comunicazioni radio e all’occorrenza assumeva posizioni aerodinamiche. Avere un pilota come passeggero mi ha fatto concentrare molto di più sulle termiche e questo ha fatto godere molto di più il volo anche a me.
Piegata la vela raggiungiamo gli altri piloti al bar, oggi i nostri sorrisi superano quelli degli altri.
Parte il giro di birra, il brindisi al nostro grande volo, il primo sorsone, per togliere la sete, il secondo per coronare la propria soddisfazione.
I muscoli cominciano a rilassarsi, la tensione anche emotiva comincia dissolversi.
Guardo Giovanni, sorridente, appagato anche lui, contento, con un bel sorriso su quel volto rosso nonostante la crema protettiva… tutto questo mi piace… alla fine deve essere questo il risultato del volo.
Torono a casa smanioso di vedere quanti chilometri abbiam fatto in volo: ben 44 ! Incredibile!
Ma quello è soltanto un numero, il bello è stato Volarli !

Poianalibera.

Approfitto per ringraziare Luca della bellissima giornata passata insieme e vorrei aggiungere due parole anch’ io.
Pur volando da qualche anno non mi sono mai staccato dal Cornizzolo; ho sempre quel timore reverenziale che non riesco a vincere e che di conseguenza mi blocca.
Pensandoci su mi viene l’idea che magari facendo un biposto con un pilota abituato al volo di cross e guardando il suo approccio e le sue traiettorie potrebbe darmi quel pò di aiuto in più per vincere i miei timori e abbandonare il nido.
Quando propongo a Luca la mia idea lui accetta subito con molto entusiasmo ed è sinceramente felice di darmi il suo aiuto, ed io non vedo l’ora.
Finalmente arriva il giorno, in decollo ci si rilassa, si chiacchera e quando arriva il momento si decolla !
Il volo è piacevolissimo e Luca non si risparmia nel darmi consigli, punti di riferimento, traiettorie, zone da evitare, quanta pedalina usa e ad indicarmi eventuali atterraggi di emergenza.
Dopo aver tentato prima il M.te Barro e poi il M.te Croce penso che oramai il volo si stia per concludere; io sono stracontento non solo perchè abbiamo raggiunto lo scopo che ci eravamo prefissati ma anche perchè è stato talmente bello volare insieme che pur essendo già passata più di un ora e mezza mi sembra di essere in aria da mezzora.
Ed è a questo punto che il cielo ci regala una magnifica sorpresa; con l’ultima termica andiamo oltre i 2200 mt; fantastico! A questo punto Luca mi propone di ritentare il Croce ed accetto con entusiasmo, quindi via per il traverso.
Al Croce penso: cavolo anche se buchiamo chi se ne frega è stato un volo fantastico e invece agganciamo subito, rifacciamo quota e via di cresta in cresta verso Brunate che non raggiungiamo per poco; ma và bene così.
Durante l’avvicinamento sono così meravigliato nel vedere dietro di me il Cornizzolo così piccolo e distante che, se non me lo dice Luca, neanche mi accorgo che davanti a me ho un panorama fantastico con il lago di Como e all’orrizzonte il lago di Lugano e il massiccio del Monte Rosa.
Rimango semplicemente senza parole…
Durante il ritorno sul Monte Bollettone facciamo i 2500 mt; goduria pura (e anche un po’ di freddo) e durante il ritorno a 60 km/h (con il primo centinaio di metri in cui si continua a salire) ci mettiamo a ridere come due ragazzini.
Arriviamo al centrale con un’ altezza di circa 1400mt; a questo punto inizio ad essere un po’ stanco ma assolutamente soddisfatto, appagato e felice; si girano le ultime termiche; si va nuovamente verso il Barro e poi in atterraggio in Palude.
A terra non trovo le parole per esprimere a Luca quanto sono contento; volare con lui non solo mi ha regalato un mare di emozioni incredibili, sono convinto che mi abbia fatto anche crescere come pilota.
Che altro dire; davvero grazie di cuore e ora cerchiamo di mettere in pratica quello che ho appreso!!

Giovanni.

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2 Responses to Quasi Brunate e ritorno in biposto RSS Comments (RSS)

  1. Sergio Nestola ha detto:

    Bravissimi entrambi..io e Nicola Milesi sono/siamo reduci da un’esperienza molto simile alla vostra, e comprendo appieno le reciproche emozioni. Grandi, anche con la penna.. 🙂